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5G tra le cause del Covid-19, sono informazioni elettromagnetiche nocive per la salute!”

Oliviero (medico pneumologo): “5G tra le cause del Covid-19, sono informazioni elettromagnetiche nocive per la salute!”

Assertore del salto quantico in medicina, autore di libri sul senso più profondo della malattia, sui processi di autoguarigione, sulla prevenzione e cura del diabete, nonché socio fondatore dell’Accademia di Medicina Omeosinergetica e direttore dell’associazione Centro Omega Stargate per il miglioramento della qualità della vita, ma soprattutto medico psichiatra e pneuomologo: Francesco Oliviero è intervenuto nella trasmissione radiofonica di Marcello Pamio per dire la sua sul Covid-19, puntando sui piani bioenergetici e sottili: “ Quello che ci fornisce paura e panico, viene somatizzato nell’organo bersaglio che oggi è il polmone“,

Al minuto 16.20 dell’intervista, Oliviero ha fatto riferimento all’ipotesi di connessione tra il virus e lo tsunami elettromagnetico che sta investendo gli italiani col lancio del 5G nella sommatoria con i precedenti standard tecnologici mai dismessi. Oliviero non ha dubbi: “Sono convinto che la diffusione del 5G abbia influito notevolmente, dobbiamo difenderci da frequenze geopatogene ambientali– ha detto il medico pneumologo – il 5G ha influito notevolmente nell’abbassamento delle difese immunitarie in quelle particolari zone d’Italia dove è sorto il problema, sono onde elettromagnetiche, informazioni nocive per tutte le nostre cellule“.

Dopo gli studi di Ronald Neil Kostoffdi Nesrin Seyhan e di Olle Johansson, dopo il video di Thomas Cowan e la verità svelata da Martin Pall, Francesco Oliviero è l’ennesimo medico-uomo di scienza-ricercatore che si spinge ad accostare l’infezione virale col wireless. E’ un dato di fatto che, in Cina come in Italia, nelle zone dove il 5G prima è stato installato s’è poi sviluppato e diffuso il virus Covid-19. In Lombardia, soprattutto nelle province di Milano, Bergamo, Brescia e Varese (le zone più colpite), proprio come a Wuhan alla fine del 2019 è partito l’Internet delle cose. Solo coincidenze?

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