La fama di Ca’ Dario è legata, più che alla sua architettura, al destino comune di morte violenta che ha segnato molti dei suoi proprietari. La struttura sbilenca, i marmi policromi, le finestre spostate asimmetricamente a destra, le finestre gotiche e le logge della parte retrostante, sembrano alimentare la fama di casa maledetta.
Sul Canal Grande, a Venezia, nel sestiere di Dorsoduro, all’imbocco del Rio delle Torreselle, si affaccia un maestoso ed elegante palazzo in tipico stile veneziano: Ca’ Dario.
Su di esso graverebbe da secoli una maledizione: coloro che acquistano la Casa vengono brutalmente uccisi o muoiono suicidi o per per “strane” cause accidentali.
La bellezza di Ca’ Dario contrasta con la sua fama di palazzo maledetto, a seguito delle vicende spesso infauste che hanno accomunato molti dei suoi proprietari.
Dopo la morte di Giovanni Dario l’edificio passò nel 1494 alla figlia Marietta che aveva anni prima sposato il ricco Giacomo Barbaro: l’uomo subì un tracollo finanziario subito dopo e morì accoltellato. La donna, in seguito a questa crisi, si suicidò.
Tragica fine anche per il loro figlio Giacomo, che morì in un agguato.
Anche Radon Brown, studioso inglese che acquistò l’edificio, morì misteriosamente insieme al suo compagno. Si pensò al suicidio.
Il palazzo ospitò successivamente il poeta francese Henri de Régnier, finché una grave malattia ne interruppe i soggiorni veneziani.
Nel dopoguerra Ca’ Dario fu acquistata da Charles Briggs, un miliardario americano, che fu però costretto a lasciare Venezia a causa delle malevoli voci sulla sua omosessualità.
Rifugiatosi in Messico, fu colpito da un grave lutto: la morte per suicidio del suo amante.
Ca’ Dario rimase a lungo senza proprietario, fino al 1964 quando, fra i possibili acquirenti si fece avanti il tenore Mario Del Monaco, che però ruppe le trattative perché, mentre si stava recando a Venezia per ultimare i dettagli del contratto, rimase vittima di un grave incidente stradale che lo costrinse a interrompere la carriera.
Pochi anni dopo il palazzo venne acquistata dal conte torinese Filippo Giordano delle Lanze, il quale venne ucciso all’interno del palazzo, nel 1970, dall’amante Raul Blasich, marinaio croato con il quale intratteneva una relazione. Blasich, in seguito, fuggì a Londra, dove venne a sua volta assassinato per mano di sconosciuti.
L’edificio venne poi acquistato da Christopher “Kit” Lambert, manager del complesso rock The Who, innamoratosi del suo aspetto romantico e malinconico.
Pur sostenendo di non credere alla maledizione, Lambert aveva confidato ad alcuni amici di dormire nel chiosco dei gondolieri del vicino Hotel Gritti per “sfuggire ai fantasmi che nel palazzo lo perseguitavano”.
Subì un tracollo finanziario e tre anni dopo la vendita dell’edificio, avvenuta nel 1978, si suicidò.
Alla fine degli anni ottanta il palazzo venne acquistato da Raul Gardini, per farne dono alla figlia.
Fu poco dopo coinvolto in numerosi scandali finanziari e subì pesanti perdite.
Morì anch’egli suicida, sparandosi, in circostanze poco chiare: fu trovato morto nella sua casa di Milano, il 23 luglio 1993.
Ma Ca’ Dario colpisce anche a distanza.
L’illustre tenore Mario Del Monaco si schiantò con l’auto mentre stava andando a stilare l’atto per l’acquisto della casa. Sopravvisse allo schianto ma dovette abbandonare per sempre il palco: la sua carriera era morta. Si racconta che in ambulanza, con voce strozzata, abbia detto al segretario che era con lui: “Sbrega quele carte” (distruggi il contratto).
Negli anni novanta il regista e attore Woody Allen pareva intenzionato all’acquisto dell’edificio, ma desistette.
Nel 2002, una settimana dopo aver affittato Ca’ Dario per una vacanza a Venezia John Entwistle, bassista anche degli The Who, morì di infarto a Las Vegas.
Dal 2006 il Palazzo è proprietà di una società americana in rappresentanza di un acquirente ignoto ed è attualmente in fase di restauro.
Varie sono state le ipotesi lanciate su questa casa maledetta.
Alcuni sostengono che il palazzo fu costruito su un cimitero dei templari. Altri avanzano l’ipotesi che Ca’ Dario sia influenzata dal talismano volto ad allontanare la negatività posto sul portone acqueo del palazzo di fianco.
Si sono dette molte altre cose, per esempio che Ca’ Dario sia tuttora abitata dai fantasmi dei precedenti proprietari.
I Veneziani ci credono, eccome. Molti si tengono alla larga dal palazzo.
A prescindere da tutte le ipotesi, coloro i quali raccontano di esserci stati avvertono uno strano senso di inquietudine entrandoci o anche guardandolo da fuori.
“…Una vecchia cortigiana decrepita piegata sotto la pompa dei suoi monili.”
(descrizione di Ca’ Dario da parte di Gabriele D’Annunzio)
Tratto da wikipedia
Fonte : www.straniluoghi.com