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La situazione Siriana – Aggiornamento Febbraio 2018

Quali sono le forze in gioco? – La situazione Siriana aggiornata a Febbraio 2018

 

Il regime manda le truppe ad Afrin assediata dalle bombe di Ankara. La mossa imbarazza Putin. Israele finanzia i ribelli nel Golan.

Turchia- Contro i curdi dello YPG

La dottrina siriana di Erdogan si basa sulla lotta ai curdi dello Ypg e la paventata revisione del Trattato di Losanna del 1923. Ankara rivendica parti delle province settentrionali di Idlib, Aleppo, Raqqa e Hasakah e punta a creare “zone cuscinetto”, protettorati gestiti da truppe turche e ribelli anti-Assad, con un duplice scopo: annessioni di fatto, cacciare lo Ypg dalle aree curde. L’alleanza fra curdi e americani l’ha spinta a rovesciare le sue alleanze. Si è unita alla Russia, il principale alleato di Assad, pur di sconfiggere lo Ypg.

Iran- Le milizie sciite addestrate dai Pasdaran

L’Iran ha costruito una rete di basi a supporto delle milizie sciite alleate. In Siria ci sono ora 20-30 miliziani iracheni, e 10 mila afghani, inquadrati da ufficiali dei Pasdaran. Con i russi gli iraniani condividono la base T4 a Palmira, ma ci sono anche tensioni: Mosca è contraria a provocazioni contro Israele. Teheran ha un rapporto ambiguo sia con la Turchia che con i curdi. E’ ostile ai curdi nell’Est, li sostiene ad Afrin. Appoggia le azioni turche anti-Usa ma combatte i suoi alleati arabi, Jaysh al-Khor e Ahrar al-Sham, islamisti sunniti.

Governativi Siria- Anti Israele, il regime resta vicino a Putin

Il governo Assad è uno dei perni dell’asse sciita della «resistenza» anti-Israele. Dopo essere stato sull’orlo della sconfitta nel 2013 e poi nel 2015, ora Assad controlla il 65% del territorio e l’80% della popolazione. Il regime, soprattutto l’esercito, ha però conservato i rapporti storici con l’Urss, ora incarnata dalla Russia di Putin, più «laici» e in funzione anti-americana. La Turchia è stata il principale avversario assieme all’Arabia Saudita, per l’appoggio agli insorti sunniti. I rapporti restano tesissimi, nonostante la mediazione russa.

Curdi- Con Damasco nemici comuni e rivalità

I curdi siriani si sono dati un autogoverno dopo il ritiro delle forze governative dal Nord-Est della Siria, fra il 2012 e il 2013. Il potere è monopolizzato dal Pyd (Partito dell’Unità Democratica) e dal suo braccio armato Ypg, con ideologia laica e socialista. Il Pyd è nato su impulso del Pkk dopo che Assad padre si era accordato con la Turchia ed espulso il leader Abdullah Ocalan. I curdi hanno un rapporto ambivalente con Damasco. Li uniscono i nemici comuni: Turchia e gruppi jihadisti sunniti. Li divide l’alleanza dello Ypg con gli americani.

Stati Uniti- Vicini ai gruppi “moderati” contro il regime

In Siria hanno prima appoggiato gruppi ribelli “moderati” in funzione anti-Assad. A partire dalla fine del 2013, con la prevalenza sul terreno di Al-Qaeda e poi dell’Isis, hanno cambiato strategia e puntato sui curdi per stoppare lo Stato islamico senza dover riconoscere il regime, e per garantirsi una «testa di ponte» in funzione anti-Iran e anti-Russia. Hanno ora 13 basi e 2000 militari nel Nord-Est. Hanno rapporti ambigui con la Turchia: non vogliono rompere con un Paese chiave della Nato ma neppure abbandonare i curdi.

Russia- Mosca avanza con iraniani e Hezbollah

È intervenuta il 30 settembre 2015 a fianco di Bashar al-Assad. Ha inviato fino a 50 cacciabombardieri ed elicotteri d’assalto. Dispone di una base aerea a Hmeimim, una navale a Tartus, e una avanzata vicino a Palmira. Sul terreno la sua azione affianca quella di Hezbollah e iraniani, ma non è un’alleanza organica. Con i curdi dello Ypg i rapporti sono ambigui. Li sosteneva ad Afrin, ma li combatte, in quanto alleati degli Usa, nella provincia di Deir ez-Zour. Mosca non è entusiasta dell’aiuto di Assad ai curdi perché guasta i suoi rapporti con la Turchia.

 

Fonte – La stampa.it

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