VENEZIA – Il Consiglio regionale del Veneto ha raccolto l’allarme e ha approvato all’unanimità la proposta che istituisce la Commissione d’Inchiesta per le acque inquinate del Veneto in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Si tratta di sostanze utilizzate in numerosi prodotti e applicazioni industriali, dotate di elevata persistenza nell’ambiente ed assorbibili anche da parte dell’organismo umano, in particolare tramite il consumo dell’acqua potabile e di alimenti.
L’acido perfluoroottansolfonico è un composto chimico fluorurato di origine sintetica. Trattasi di un acido molto forte, che per ionizzazione forma l’anione perfluoroottansolfonato, noto con la sigla PFOS. Questi composti hanno proprietà tensioattive e sono inquinanti organici persistenti. Il PFOS era l’ingrediente chiave di vari prodotti antimacchia e idrorepellenti per tessuti, tra i quali lo Scotchgard, commercializzato dalla 3M. Nel 2009 il PFOS è stato aggiunto all’appendice B della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti.[2] La presenza di PFOS e simili prodotti fluorurati nell’ambiente deriva in parte dall’uso industriale, in parte dall’uso e consumo di prodotti che lo contengono, e in parte dalla degradazione abiotica o biotica di altri derivati e polimeri contenenti catene perfluoroalchiliche
Una nuova relazione della Regione Veneto, sinora nota a poche persone e resa pubblica dal quotidiano L’Arena, documenta i rischi e anche i danni alla salute, rilevati su donne incinte e neonati, causati dall’inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). I Pfas sono composti chimici riconosciuti come interferenti endocrini e correlati a patologie riguardanti pelle, polmoni e reni. Per il momento i comuni interessati dall’inquinamento delle acque sono una sessantina, e si trovano nelle province di Vicenza, Verona e Padova.
Nel documento scritto dal sito della Regione Veneto si dice che “emerge come siano stati evidenziati in particolare l’incremento della pre-eclampsia, del diabete gestazionale, dei nati con peso molto basso alla nascita, dei nati piccoli per età gestazionale e di alcune malformazioni maggiori, tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomiche, pur osservando che le malformazioni sono eventi rari che necessitano di un arco temporale di valutazione più esteso per giungere a più sicure affermazioni”. La pre-eclampsia è una malattia che può complicare la gravidanza e può essere così grave da mettere a repentaglio la vita della madre e del nascituro. Si tratta di una patologia caratterizzata da pressione arteriosa elevata, gonfiori e proteine nelle urine.
È un’emergenza ambientale senza precedenti che tocca anche i principali capoluoghi veneti- dichiara giuseppe ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia- i provvedimenti di tipo sanitario adottati finora dalla regione Veneto non sono sufficienti a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. La situazione è fuori controllo. Sono passati già quattro anni dalla scoperta della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche, quanti anni ancora dovranno aspettare i cittadini affinchè la regione individui e blocchi gli scarichi di pfas? Se non si interviene sulla contaminazione alla radice, trattandosi di sostanze bioaccumulabili, la situazione si aggraverà ulteriormente”. Dal rapporto emerge la presenza di Pfas anche nell’acqua potabile di scuole e fontane pubbliche lontane dalla zona più contaminata.
NON BEVETE PIU’ L’ACQUA DEL RUBINETTO…
tratto dal sito Regione Veneto / R.it/ wikipedia/il fatto alimentare
FONTE: informazione libera
straniluoghi