CULTURA ESCLUSIVO

IN GERMANIA SI LAVORERA’ 28 ORE SETTIMANALI

Oggi giorno con la tecnologia a disposizione, non ha assolutamente piu senso lavorare 8 ore al giorno , é una terribile tirannia che viene imposta sul 95% degli esseri umani per i motivi cha vanno al di sopra del nosta attuale conoscenza.

Ma parliamo  dell’accordo sottoscritto da sindacatI strappato dai 900.000 lavoratori metalmeccanici in Germania a Baden-Wuerrtemberg

l’orario di lavoro in azienda era di 35 ore a settimana. Con l’accordo il dipendente può, se vuole se gli serve, abbassare il suo orario di lavoro a 28 ore a settimana. Cioè lavorare un 20 per cento in meno in termini di orario.

Lo decide lui, il dipendente, se vuole. Se gli occorre per motivi familiari o personali o di qualunque natura, può abbassare il tempo di lavoro. E può farlo per un periodo di tempo che va, sempre a sua scelta, dai sei ai 24 mesi. Durante questo periodo non conserva lo stesso stipendio di quando lavorava 35 ore a settimana. Ma, con l’aumento generalizzato dei salari pari al quattro e passa per cento più altre indennità aumentate dallo stesso accordo, il lavoratore che passa a tempo ridotto di fatto conserva retribuzione appena di poco inferiore a quella che era ieri.

In cambio, meglio sarebbe dire contemporaneamente e coerentemente, le aziende ottengono la possibilità che il dipendente possa di sua scelta passare a 40 ore di lavoro a settimana invece che 35. Se ha bisogno di soldi o per qualunque suo personale motivo il dipendente può lavorare di più. La flessibilità del lavoro si estende verso l’alto e il basso dell’orario. E premia sia la produttività che il welfare privato del dipendente

La conquista dei metalmeccanici tedeschi in realtà si innesta su un andamento costante già in corso da decenni che vede una graduale riduzione dell’orario di lavoro un po’ ovunque nel vecchio Continente. Come segnala il Fatto quotidiano, proprio la Germania ad esempio in venti anni ha visto le ore medie annue del settore privato passare da 1.528, a 1.371 ore, in Francia si è passati da 1.605 a 1.482, in Spagna da 1.755 a 1.691 ore, mentre in Italia dalle 1.856 ore del 1995 si è sceso a 1.725.

Il presidente del sindacato Jörg Hofmann ha parlato di un accordo che è una “pietra miliare” per il mondo del lavoro e che stabilisce come d’ora in poi “la flessibilità non sarà più un privilegio del datore di lavoro”

È ora di puntare anche in Italia su questa linea generale europea che contempli l’investimento sulla persona in termini professionali e di ruolo ma anche di maggiori spazi ricreativi di conciliazione con la sua vita.

In Italia si lavora tanto e si guadagna poco…

 

tratto – La repubblica/La stampa

Fonte straniluoghi/informazione libera

 

 

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