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12 ORE DI DIGIUNO E FONTE DI CHIAREZZA E SALUTE

DOTT. VERONESI – Chi mi conosce bene mi chiama «il digiunatore»: niente cibo per tutto il giorno, digiuno fino a sera, al massimo un caffè macchiato, qualche volta una spremuta fresca di agrumi e uno yogurt. Il digiuno per me è una scelta di vita da tanti anni, esattamente come il vegetarianesimo. […]

Pratico il digiuno nel rispetto di chi muore per fame, per non avvelenarmi con un eccesso di cibo fuori da ogni logica e perché conosco le conseguenze negative della sovralimentazione. Vi siete mai chiesti perché l’ascesi sia legata al digiuno? Perché tante religioni contemplino il digiuno come pratica consigliata o addirittura obbligatoria? Quasi tutte le religioni, in effetti, lo hanno sempre promosso (alcune, a dire il vero, lo hanno sanzionato) come esercizio per raggiungere qualcosa: uno scopo, un miglioramento fisico o dell’anima, il contatto con Dio… Preghiera e digiuno: si può pregare per ottenere una grazia, ma se alla preghiera si unisce il digiuno, la sensazione è di fare di più, di essere più vicini al proprio Dio.

 

La purezza del corpo è dunque uno strumento dell’evoluzione della mente e il primo atto da compiere per purificare il corpo è evitare di mangiare. Avete mai provato a meditare con lo stomaco pieno? E a svolgere qualsiasi lavoro o attività intellettuale? Quali idee fulminee, intriganti, appassionate, geniali possono mai arrivare dopo un’abbondante mangiata? Per me il digiuno è fonte di chiarezza mentale: intasare di cibo il corpo fa perdere lucidità e capacità creative, rallenta i riflessi e la razionalità; digiunare, invece, mantiene le prestazioni del cervello. Si tratta anche di guadagnare tempo: quanto ne spendiamo mangiando? Alludo a pranzi e cene interminabili, durante i quali non riusciamo a creare o produrre alcunché; non riusciamo ad amare, a stabilire relazioni vere, a ragionare e approfondire gli argomenti che ci interessano.

 

Mangiare troppo compromette la concentrazione e, in ogni caso, crea un grave danno alla salute: il danno da sovralimentazione. Si tratta di un nemico quasi quanto la fame, solo che è subdolo, ci dà l’idea del benessere, anzi di un enorme benessere!

 

TRATTO DALLA STAMPA.IT

“Gesù fu condotta nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti alla fine ebbe fame. Il tentatore gli disse: «Se sei figlio di Dio fa che queste pietre siano pane». Egli rispose: «Non di pane soltanto vivrà l’uomo». Giudaismo, Cristianesimo, Islam le maggiori religioni suggeriscono che si debba digiunare, qualche volta almeno, quando non per un mese intero dall’alba al tramonto. Vi siete mai chiesti perché? Topi e uomini che stanno senza mangiare per un po’ – bastano 16 ore, più o meno come nel Ramadan – si ammalano di meno. Ma andiamo con ordine.

Le 12 ore di digiuno

Siamo stati cacciatori e così si mangiava quando capitava, due o tre volte la settimana e nemmeno sempre. Un tempo procurarsi il cibo per l’uomo era così difficile che occorreva aguzzare l’ingegno e chissà che le nostre capacità cognitive non si siano evolute proprio da allora. Per prevalere sugli animali poi era importante per gli uomini poter comunicare tra loro, insomma serviva un linguaggio e l’abbiamo inventato. Quelli che riuscivano a procurarsi il cibo mangiavano comunque soltanto di giorno poi col calare del sole più nulla fino all’alba. Sono almeno 12 ore di digiuno. Con la luce artificiale è cambiato tutto si mangia sempre fino a tardi e c’è persino chi si alza di notte per mangiare ma l’uomo non è fatto per mangiare quattro volte al giorno. Siamo stati progettati per farlo quando capita e i nostri geni sono ancora quelli di allora. Del resto, se non fosse così perché dovremmo avere ancora oggi organi – il fegato per esempio – capaci di conservare energia per poi renderla disponibile quando serve? Le riserve di zucchero che si accumulano nel fegato sotto forma di glicogeno dopo 10-12 ore di digiuno tendono però a esaurirsi. Questo richiama acidi grassi dal tessuto adiposo, il fegato li trasforma in chetoni che tornano nel sangue e raggiungono muscoli e cervello per essere fonte di energia.

Astenersi dal cibo: nuovi neuroni

Parte del segreto dell’effetto favorevole del digiuno è proprio qui, tanto che basta astenersi dal cibo per 24 ore perché nel cervello si formino nuovi neuroni. Insomma il nostro organismo si difende dallo stress di stare qualche ora senza cibo adottando una serie di precauzioni che col tempo proteggono i nostri tessuti da guai peggiori. Stare un po’ senza mangiare fra l’altro riduce l’infiammazione, migliora la risposta immune e potenzia la capacità delle cellule di liberarsi da sostanze di scarto. E non basta, il digiuno rallenta persino la crescita dei tumori, almeno nei topi; anche le cellule del cancro hanno bisogno di energia ma non sanno farlo utilizzando i chetoni. Così in animali che mangiano un giorno sì e uno no il tumore non cresce.

Le nostre abitudini alimentari sono davvero corrette?

Come si conciliano gli effetti favorevoli del digiunare uno o due giorni alla settimana con le abitudini dell’uomo moderno? Malissimo. Ed è persino possibile che le abitudini alimentari che si sono consolidate negli ultimi cento anni siano sbagliate. Che evidenza c’è per esempio che la famosa “colazione abbondante del mattino” faccia bene? Quasi nessuna. E della merendina a scuola per i bambini? Nemmeno. Abbiamo più bambini in sovrappeso di qualunque altro paese d’Europa salvo Cipro. Le diete che vengono proposte prevedono di ridurre la quantità di calorie o che si mangino soltanto certi cibi; solo frutta e verdura per esempio oppure solo proteine e ancora dieta dissociata, dieta zona o dieta del gruppo sanguigno. In realtà tutti questi sistemi fanno perdere un po’ di peso all’inizio ma alla lunga non portano a nessun vantaggio.”

Lo dicie anche la Fondazione Veronesi che Contrastare l’invecchiamento cellulare e rafforzare il sistema immunitario e nervoso è possibile. Come? Attraverso una dieta che mima gli effetti del digiuno.

È questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista Cell Metabolism. A realizzarlo un team congiunto di scienziati italo-americani diretti da Valter Longo, Direttore dell’Istituto di Longevità della University of Southern California e responsabile del programma di ricerca “Oncologia & Longevità” all’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano.

La dieta, somministrata una volta al mese per cinque giorni, ha ridotto i fattori di rischio e i biomarcatori di invecchiamento, diabete, malattie cardiovascolari e cancro. «Il digiuno totale è difficile da rispettare e può rivelarsi anche pericoloso.

Abbiamo quindi sviluppato una dieta complessa che induce gli stessi effetti nel corpo. Personalmente le ho provate entrambe, e la restrizione calorica a tempo è molto più semplice e anche molto più sicura» spiega Longo.

Per 25 giorni al mese, terminato il trattamento, i partecipanti allo studio tornavano alle loro regolari abitudini alimentari. Non è stato richiesto di modificare la propria dieta e tuttavia si è osservato un cambiamento positivo.

fonti_ la stampa –   fondazione Veronesi – wikipedia/corriere della sera

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