Ogni anno le catastrofi naturali provocano danni per 520 miliardi di dollari e spingono 26 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Dal 1996 si registra un tremendo aumento innaturale dei disatri: 11.000 eventi estremi, e 530.000 vittime, 3300 miliardi di dollari i danni economici solo tra il 1996 e il 2015. In Europa si sono registrati 70 mila morti a causa dell’ondata di calore del 2003. L’Italia al 19esimo posto, nel 2015, con 174 morti e danni economici per oltre 2 miliardi di dollari. non possiamo più far finta di non vedere quel che succede.
Da decenni teorie sul controllo climatico circolato su Internet, e le voci del controllo del tempo da parte del governo sono diventate sempre più insistenti.
Quello che è stato considerato un impegno impossibile, oggi è possibile grazie a uno sforzo di geo-ingegneria di decenni che ci ha dato la possibilità di controllare il tempo, una via a due vie che può distruggere il nostro pianeta tanto quanto può aiutarlo.
L’ingegneria climatica comunemente indicata come geo-ingegneria, nota anche come intervento sul clima, è l’intervento deliberato e su larga scala nel sistema climatico della Terra allo scopo di influenzare il riscaldamento globale.
D’altra parte esistono trattati e documenti che dimostrano che sono in atto tentativi, più o meno concreti, di intervenire sul clima. Nel gennaio 2002 Italia e Stati Uniti firmarono un accordo chiamato “Cooperazione Italia-Usa su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici”. Il progetto aveva l’obiettivo dichiarato di sviluppare tecnologie per le energie rinnovabili, ma all’interno del rapporto si leggeva che fra gli scopi vi era la “esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione” e la “progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2”. Più recentemente due ingegneri dell’Università di Harvard hanno annunciato l’intenzione di immettere solfati nell’atmosfera attraverso dei palloni aerostatici: una sorta di spray che sarebbe in grado di riflettere parte dei raggi solari, diminuendo così la temperatura del pianeta. L’esperimento si svolgerebbe per adesso soltanto su aree ristrette, ma i due non negano l’ipotesi di un futuro uso più esteso del metodo.
Esiste infatti dal 1992 un altro progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program). E’ il cuore vero e proprio del più vasto – e ben più noto – programma di “Guerre Stellari”, avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush, che ora sta accelerando la sua corsa drogato da una spesa militare mai vista in precedenza, giustificata dal solito bipensiero orwelliano: “La guerra è pace”.
La base principale di HAARP occupa un’estesa area a Gakona, in Alaska, sul cui terreno è installata una serie di 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia terrestri che atmosferiche.
E
Da un punto di vista militare, l’HAARP — abolito nel 2014 — è un’arma di distruzione di massa che opera fuori dall’atmosfera ed è capace di destabilizzare i sistemi ecologici e agricoli di tutto il mondo. Ufficialmente il programma Haarp è stato bloccato nella zona dell’Alaska, ma la tecnologia che modifica il clima, pur se coperta dalla segretezza, è ancora attiva. Le modificazioni meteorologiche, secondo il rapporto finale di un documento dell’aviazione militare AF 2025, “offrono al combattente di guerra un’ampia gamma di opzioni possibili per sconfiggere o costringere alla resa l’avversario”.
CONCLUSIONI
Stiamo parlando quindi di una accelerazione abnorme della riduzione della piovosità in alcune zone del nostro paese.
Una desertificazione forzata, che non ha niente a che vedere con gli scenari dei macro-cicli climatici.
A chi può giovare un tale disastro ambientale?
Si possono avanzare molte ipotesi intrecciate: guerra economica contro l’Europa.Favoreggiamento della privatizzazione idrica (dopo la drastica riduzione delle nostre risorse…), imposizione di sementi OGM resistenti al secco in un mercato stremato e ricattabile”(davvero compassionevole ed umanitario, il nostro biotech…).
Sono solo ipotesi
Tratto da ilcambiameyto.it/Wikipedia
fonte straniluoghi