Roma, 24 gennaio 2018 – Tenere e buffe come due cuccioli ‘normali’. Vi presentiamo Zhong Zhong e Hua Hua, le prime due scimmie al mondo clonate con la tecnica della pecora Dolly. Eccoli spuntare, quei due musetti, circospetti, dietro a un enorme peluche. Zhong Zhong e Hua Hua sono due macachi e saltellano vivacemente nell’incubatrice, con gli occhioni curiosi puntati verso la telecamera. Sono nate rispettivamente otto e sei settimane fa. Ad annunciare il lieto evento è la rivista Cell che pubblica lo studio dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia cinese delle scienze a Shanghai. Al momento i due cuccioli godono di ottima salute e crescono in modo normale: il loro sviluppo fisico e cognitivo verrà continuamente monitorato, in attesa che nel laboratorio di Shanghai vengano alla luce anche altre scimmie ‘fotocopia’
Intanto Stop alle false paure e agli allarmismi suscitati dalla nascita delle prime scimmie clonate con la tecnica della pecora Dolly: la comunita’ scientifica internazionale non e’ assolutamente interessata a tentare la stessa tecnica sull’uomo perche’ sarebbe troppo complicata, del tutto inutile e senza senso. Lo afferma Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’Universita’ di Pavia. “Oggi abbiamo gli strumenti per clonare l’uomo, ma questo non significa in automatico che sia una via praticabile”, osserva.
“Nelle clonazioni piu’ facili, come quelle di topo, si ottiene un successo ogni 20-30 tentativi: spesso gli animali nascono con problemi neurologici e altra patologie, come la sindrome degli organi dilatati. Per far nascere le due scimmie i ricercatori cinesi hanno dovuto fare un numero ancora piu’ elevato di tentativi”.
“Possiamo solo immaginare – ha proseguito Redi – le difficolta’ che si potrebbero avere nell’uomo: servirebbero centinaia di ovuli, difficili da reperire senza mettere a rischio la salute delle donne donatrici. E poi rimane il rischio che i bambini clonati nascano malati e con problemi neurologici. A che scopo, poi? A cosa servirebbe creare un clone umano?”
Il punto di vista del cardinale Elio Sgreccia la dice lunga
CITTA’ DEL VATICANO – “Una minaccia per il futuro dell’uomo”. Commenta così il cardinale Elio Sgreccia, teologo e storico portavoce del Vaticano sui temi della bioetica, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, la notizia della clonazione di due scimmie in Cina. “Al contrario della ipotesi di clonazione umana, sulla quale la Chiesa non può che esprimere la sua condanna più forte e totale .
“non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentato al futuro dell’intera umanità. C’è il fortissimo rischio che la clonazione della scimmia possa essere considerato come il penultimo passo, prima di arrivare alla clonazione dell’uomo, evento che la Chiesa non potrà mai approvare”.
STRANILUOGHI