Oggi per visitare Poveglia, è necessario chiedere il permesso al Comune di Venezia 10 mesi prima della data prevista, spiegando e giustificando il motivo della visita.
Poveglia è un’isola della laguna veneta posta a sud, di fronte a Malamocco lungo il Canal Orfano, che collega la bocca di porto di Malamocco con Venezia. La sua superficie è di 7,25 ettari, è quindi un’isola abbastanza grande nel contesto lagunare. Conta 11 fabbricati.
Poveglia era un centro florido, sia dal punto di vista economico, sia demografico. Le famiglie locali (Musso, Boyso, Barbalongolo ecc.) erano impegnate nella pesca e nella salinatura, con interessi anche a Chioggia e a Pellestrina. A livello ecclesiastico, faceva capo alla pieve di San Vitale[1]. La prosperità del centro è pure testimoniata dall’insediamento, durante il dogado di Bartolomeo Gradenigo, di un podestà la cui giurisdizione si estendeva anche sulle vicine Malamocco e Pellestrina[2][3][4].
La decadenza di Poveglia coincise con la guerra di Chioggia allorché si decise di evacuarne la popolazione a Venezia. Nonostante la costruzione di una fortificazione (ottagono Poveglia), l’isola fu ugualmente occupata dall’ammiraglio genovese Pietro Doria che da qui bombardò il monastero di Santo Spirito[5]. Al termine del conflitto Poveglia era completamente devastata e i suoi abitanti, in origine diverse centinaia, erano ridotti a poche decine.
Le leggende e voci su Poveglia sono pervasive come le erbacce che la circondano.
Quella che si narra è come una storia di orrore. Migliaia di persone sono state bruciate e sepolte in questo luogo, in seguito alla peste nera.
Per questa ragione si vocifera che il terreno sia costituito per il 50% di ceneri umane. Anche i pescatori locali alimentano il mito macabro di Poveglia, stando alla larga dall’isola per paura di ritrovare tra le acque ossa dei loro antenati.Alla fine del 1800 la zona divenne la sede dell’ospedale psichiatrico per malati mentali. In realtà, tale struttura venne usata come luogo di esilio, piuttosto che di riabilitazione. La leggenda vuole nel 1930 un medico era solito eseguire in questa struttura strani esperimenti sui pazienti. In seguito ad un macabro esperimento il medico impazzì e si gettò dalla torre del manicomio. La gente del posto afferma ancora di sentire i suoi rintocchi che risuonano nell’ isola solitaria, anche se la campana della torre è stata rimossa una decina di anni fa.
Benché chiusa ai turisti, qualche anno fa una famiglia era riuscita ad ottenere il permesso di visitarla per valutarla come eventuale sede di una casa per le vacanze, ma prima che facesse notte, l’abbandonò di colpo senza dare spiegazioni. L’unica cosa che si sa è che sul volto della figlia c’era una lacerazione che aveva richiesto ben quattordici punti di sutura.
I restanti pochi coraggiosi che sono riusciti ad eludere la piccola pattuglia di polizia posta a guardia dell’isola hanno asserito di aver udito gemiti ed urla insopportabili, sconvolgendoli al punto da dissuaderli dal tornare ancora.
Infine, una persona si arrischiò anche a spingersi fin dentro l’ospedale deserto, e rimase sconvolta sentendosi dire da una voce invisibile: “Vada subito via e non torni mai più”.
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